È uscito il 30 settembre il nuovo album, “Tropico“, dei Collettivo Ginsberg che vede la coproduzione di IRMA Records e L’Amor Mio Non Muore e la produzione artistica affidata a Marco Bertoni. Il nome della band romagnola è legato alla condivisione di un progetto comune che riflette lo spirito della Beat generation, che vuol sperimentare, rinnovarsi, aprirsi alla poesia, al ballo, all’arte.
Il progetto nasce nel 2004 e vede nei primi anni l’uscita di due album autoprodotti: “I refuse to give up my obsession” e “Pregnancy”. Nel 2011, dall’incontro col produttore Marco Bertoni, inizia una nuova fase per la band con la nascita di “De La Crudel “ EP (CD, 2012) e”Asa Nisi Masa” (LP/CD, 2013). La natura sperimentale del lavoro, l’utilizzo di nuovi suoni jazz, della tecnica del cut-up, della lingua iltaliana mescolata al dialetto romagnolo, decretano un certo successo di pubblico e critica.
“Se i Doors fossero nati in questi anni e avessero scritto in italiano, probabilmente un loro disco suonerebbe così. Asa Nisi Masa va ascoltato attentamente e a volume importante.” (Rumore, 5/12/13). Grazie a questo riscontro positivo, il Collettivo ha la possibilità di interpretare” The Celebration of the Lizard”, omaggio a Jim Morrison.
Oggi, a tre anni dall’ultimo disco, i Collettivo Ginsberg ci propongono un nuovo lavoro in studio decisamente ammaliante, fresco, allegro ma anche amaro, ricco di suoni e ritmi latini di provenienza diversa: dall’Africa nera a Cuba, dall’America latina alla nostra amata Romagna, tra jazz, swing, pop e mambo.
Ma andiamo con ordine; partiamo dalla splendida copertina, opera del pittore Demattia, che, con una tavolozza di mille colori, disegna un gorilla urlante. Si tratta forse del grido liberatorio di chi si apre alla musica nella sua forma più anarchica e sceglie una copertina all’apparenza senza significato per dar voce alle sue idee e alla sua arte.
Per quanto riguarda i testi, utilizzare il cut-up non significa assolutamente dare un non sense alle canzoni. “Strada dei mulini a vento”, il brano più cupo e intimo dell’album, parla di solitudine, della difficoltà del vivere in una città metropolitana, in cui la gente, la folla, non riesce a riempire il vuoto dell’anima. Nell’album trovano spazio anche due poesie dialettali: “Metti che” e “Nella notte del mondo”. “Portami con te” nel suo allontanamento dai suoni “danzanti” presenti in altri brani, si apre al cantautorialismo più poetico, quello di Battisti o di Tenco, per intenderci, in una canzone d’amore sofferta, in una preghiera struggente .
“Con due monete” , il brano di apertura dell’album, il “Collettivo” si esprime unendo ritmi e danze mediterranee alle sonorità jazzate che sembrano omaggiare il grande Paolo Conte: dura ascoltarla senza ondeggiare il corpo a tempo!
Altri pezzi dell’album risultano veri e propri inviti al ballo e alla danza, tra tutti, uno dei pezzi più riusciti è “Primavera Mambo”, che possiede una struttura musicale e una ritmica uniche . Il testo tradisce l’apparente semplicità e allegria musicale, risultando una denuncia rabbiosa e ironica al mondo contemporaneo.
“Tropico”, nella sua grande eterogeneità, dimostra di essere un album capace di coinvolgere tutti in danze e battiti di mano, di riempire piazze come i Blue Beaters, o di offrirsi in un mix di sogno e poetica come Battisti o Tenco.
I ragazzi del Collettivo Ginsberg : Cristian Fanti (voce), Alberto Bazzoli (tastiere), Gabriele Laghi (contrabbasso), Eugenioprimo Saragoni (batteria, percussioni) e Riccardo Morandini (chitarre) saranno presto in tour, a partire dal 22 ottobre. Secondo me vale la pena passare una serata in loro compagnia, che ne dite?