Sarà che ogni volta mi torna in mente quel pass che non ho ritirato nel 2015.. cosa che il mio amico Jack mi ricorda praticamente ogni volta che mi vede.. ma è la terza volta che fotografo i Punkreas in una data del “Lato Ruvido Tour” ed ho quella strana “ansia da prestazione” che mi accompagna da quando sono uscita di casa direzione Druso.
Entro nel pit con la mia reflex, si accendono le luci del palco ed ecco Cippa (voce), Endriù (chitarra), Paletta (basso), Noyse (chitarra) e Gagno (batteria).
Scrivere le emozioni che escono fuori da un concerto così è davvero difficile, come è difficile farlo capire ad una persona che non ha mai vissuto neanche un loro live..
Con una scaletta concitata, vivace, adrenalinica e che mira a scaldare un pubblico sempre più corposo e movimentato, i Punkreas hanno infuocato il pubblico del Druso che in visibilio ha cantato tutti i pezzi a squarciagola.
Il concerto sold out sta volgendo al termine e dalla porta a lato del palco sbucano Olly Riva e i suoi Shandon. Sulle note di “Questo si chiama ska” e “Aca Toro” l’adolescente che è in me prende il sopravvento..mentre Gnagno fa stage diving.
Credo che la musica ascoltata a sedici anni sia quella che ti forma, quella che ti accompagna nel tuo far sapere al mondo che esisti, che ti aiuta a distinguerti dalla massa, a restare per sempre nel tuo cuore.
Personalmente, anche se mi ci impegnassi, mi verrebbe difficile riuscire a trovare qualcosa di non positivo da dire su di loro.. che sono stati “il mio primo amore”.
Riassunto della serata?
“magliette bagnate di birra e sudore” …e un pogo senza fine.
