Diciamolo chiaramente: i Marlene Kuntz dal vivo, in Italia hanno pochi rivali.
Il set di Godano e soci rappresenta appieno la loro storia musicale, con una fusione armonica di melodia e rumore che è da sempre il marchio di fabbrica della band cuneese.
Li avrò visti circa trenta volte in concerto, contando anche le esibizioni in solitario di Godano o gli showcase, una serie che per il sottoscritto è iniziata vent’anni fa, ai tempi de “Il Vile“.
Mai, neanche una volta ho pensato di esser rimasto deluso dal concerto a cui avevo assistito, ogni volta era come un puzzle i cui pezzi, apparentemente disgregati, si componevano in maniera perfetta lungo le canzoni, fino ad una, generalmente, “Sonica” visione d’insieme.
Nel tour che li sta portando in giro per i Club italiani i Marlene hanno deciso di alzare il tiro, scegliendo di celebrare il ventennale de “Il Vile”, uno dei dischi seminali del rock italiano degli anni ’90, ma allo stesso tempo riproponendo con nuovo vigore le tracce dell’ultimo lavoro in studio “Lunga Attesa“.
Sono esclusivamente questi due album a comporre la scaletta del concerto, lasciando ai bis lo spazio per una canzone ciascuna tratta da quelli più celebrati della band.
E no, per stavolta non c’è Sonica (e non è affatto un male).
Lo SMAV di Santa Maria a Vico (CE), che ha ospitato la tappa Campana di #OnorateIlVileTour, è sold out, l’ennesimo di questa serie di concerti in giro per l’Italia.
Si parte con “La Città Dormitorio“, uno dei brani più forti di “Lunga Attesa”, cui seguono “3 di 3″ e “L’agguato“.
L’impatto è subito forte, diretto, coinvolgente.
Il pubblico risponde lasciandosi trascinare nelle due tracce seguenti, “Formidabile” e “Fecondità”, prima di esplodere alle note di “Overflash” e “Cenere“.
Ascoltando “Niente di Nuovo” e soprattutto “Leda” quello che inizialmente era un sospetto diventa certezza: “Lunga Attesa” è un disco musicalmente molto più vicino a “Il Vile” di quanto i vent’anni di distanza tra i due potrebbero far pensare.
Anzi, a tratti ne sembra una naturale evoluzione, come l’ovvio approdo di una nave partita per un lungo viaggio. E la “Lunga Attesa” del titolo assume per questo un significato nuovo, inaspettato.
Il concerto raggiunge l’acme con la Triade “Ape regina”-“L’esangue Deborah”-“Come stavamo ieri”, veri capisaldi della discografia kuntziana, canzoni che il pubblico venera e che la band offre come un’eucarestia noise ai presenti. Si viaggia “Sulla strada dei ricordi“, verso un finale intenso ed emozionante cui fa da ponte “Retrattile”.
La conclusione del concerto è affidata alle tre tracce che concludono “Il vile“, nell’esatta sequenza del disco: “Ti giro intorno“, che Cristiano ha recentemente confessato ne “I Racconti del vile“, una sorta di guida poetica al secondo disco dei Marlene, essere dedicata alla Musica, “E non cessa di girare la mia testa in mezzo al mare” e, finalmente, “Il Vile”.
La band risalirà sul palco per un ultimo omaggio al pubblico con “La mia promessa”, “Lunga Attesa” e “Ineluttabile” per poi chiudere con “Nuotando nell’aria“, unica concessione a “Catartica” nella setlist del concerto.
Una serata difficilmente dimenticabile, in cui, ancora una volta, la band piemontese ha dimostrato come la dimensione live non sia solo quella che più si addice loro ma anche quella che consente a ognuno dei componenti di esprimere al meglio le proprie capacità. Un suono compatto e granitico, una poetica sublime, mai banale e forzata, la capacità di reggere il palco senza risparmiarsi mai e, allo stesso tempo, senza aver bisogno di forzature sceniche, puntando esclusivamente sulla musica e sul carisma di un Godano in gran forma.
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(Questa è) la canzone che scrivo per te: i nostri auguri a Cristiano Godano