Mai fare voli continentali quando si è raffreddati, neanche se ti sta aspettando Bello Figo.
Le mirabolanti avventure di + o – POP hanno inizio, questa volta, in uno sperduto aeroporto, dove solo Ryan Air riesce ad arrivare.
Flashback – circa dieci ore prima del concerto:
Arrivo all’aeroporto con quasi largo anticipo ma con due grossi problemi: quasi 39 di febbre condita da un fortissimo raffreddore ed una simpatica sorpresa ai controlli di sicurezza. Forse comparsa in una puntata di Airport Security, il mio bagaglio è stato estratto a sorte per una ispezione approfondita con rilevatori doppler, identificatori di radiazioni ionizzanti, contatori gaiger, cani e non so quanti altri animali antidroga.
Morale della storia raggiungo l’aereo che sta quasi per chiudere le porte.
Tralasciando l’infausta compagnia di orde di bambini piagnucolanti, mi trovo, manco a farlo apposta, alla mia destra una giovane signorina, look moderno ed in mano un rosario in legno, e alla mia sinistra un vetusto signore all’apparenza normale.
E’ il momento di decollare e vedo entrambi farsi il segno della croce. Andiamo bene…
Quando saliamo in quota e quando scendiamo la pressione in cabina cambia agendo su tutto in corpo compresi i timpani. Se accidentalmente sei raffreddato il tuo corpo non riesce ad equilibrare questa pressione ed i tuoi timpani giocano alla fisarmonica. Salendo si estroflettono e ti danno l’idea di voler abbandonare il tuo corpo, scendendo si introflettono cercando di arrivarti fino in gola.
E così è stato, svariate ore di dolore alle orecchie, atterraggio con turbolenze e ringraziamento finale alla divinità, da parte dei miei colleghi di viaggio tramite il solito segno della croce.
Mancano solo un paio di ore all’inizio del concerto e le orecchie non le sento più, non solo, sento a malapena quello che la gente a fianco a me dice. Cosa bella se fossi costretto ad andare a vedere un noioso concerto. Peccato che stasera il programma prevedeva divertimento!
Flash-forward – mezz’ora prima del concerto
Diluvia in quel di Livorno, arrivato in prossimità del The Cage trovo file di macchine in carreggiata.
Il mio timore è stato “parcheggi pieni, devi parcheggiare lontano e fartela a piedi sotto la pioggia, alla faccia della febbre e della polmonite che ti ritroverai domani”.
Invece no, quello che stava succedendo era ben peggio e surreale.
Una serie di checkpoint distanziati di una decina di metri uno dall’altro ci avrebbero accompagnato lungo il tragitto verso l’entrata del The Cage.
Al primo checkpoint il controllo viene effettuato dalla Guardia di Finanza.
Superato quello ti aspettava un secondo controllo, non ho sinceramente capito chi fossero, ma mi hanno puntato un faro in faccia. A seguire tutte le forze dell’ordine a cui potete pensare. Mancava solo la marina, l’aviazione e la fanteria d’assalto. Ultimo ma non meno importante il reparto celere o giù di lì, pronto ad intervenire.
Intervenire per cosa?
Forse un annunciata invasione dell’ISIS?
Una potenziale invasione aliena?
Un inarrestabile serial killer?
No, tutto questo dispiegamento di variegate forze dell’ordine per un concerto.
Sinceramente tutto questo suonava molto più come un deterrente, per “stimolare” le persone a non raggiungere il The Cage e magari, come conseguenza, che il concerto venisse cancellato.
Flash Forward – ore 22 – The Cage – Interno
Dentro al The Cage il clima appare come sempre rilassato. Ma la gente è ancora molto poca, molti sono bloccati ai checkpoint, altri in conseguenza di ciò desistono. Ci si ritrova con un concerto sold-out ma con la gente che riesce ad arrivare solo col contagocce.
Assurdo davvero mettere in moto tutto questo solo per impedire a Bello Figo di suonare.
Nel resto d’italia, “ignoti” sono riusciti con minacce fasciste a costringere i gestori dei locali ad annullare i concerti, a Livorno fino ad oggi era andato tutto sommato bene, questo forse è stato l’ultimo disperato tentativo di boicottare il concerto.
Le parole d’ordine che hanno percorso l’Italia, sono state (adattate al dialetto della zona): “Bello Figo non deve esibirsi: Se viene esce dentro na bara de legno”
Ora mancava solo che tagliassero i cavi dell’energia elettrica come ultimo tentativo. Purtroppo per loro e per fortuna per noi, Toto Barbato in persona ha gestito l’organizzazione e Bello Figo l’avrebbe fatto suonare pure al buio e in acustico, se fosse stato necessario.
Eggià infatti il The Cage ha vinto! e alle 22,30 sale sul palco Bello Figo insieme a Don Capucino e The GyynoZz.
Un pubblico abbastanza variegato mostrava il suo supporto con cori e cartelloni che ripercorrevano le parole d’ordine che si ritrovano nei suoi brani.
Un’ora di spettacolo, perché più che un concerto è stato un vero e proprio spettacolo, i cui interpreti hanno saputo così bene coinvolgere il pubblico da riuscire a far divertire davvero tutti.
Spesso e volentieri scendevano dal palco per correre tra le transenne che li separavano dalla gente.
Ho visto pubblico, fotografi e anche addetti alla sicurezza molto coinvolti durante l’intero concerto.
Cartelloni umoristici, maschere divertenti e sorrisi sono stati alla fine la risposta a chi avrebbe tristemente voluto impedire con la forza o con le minacce questa serata.
Quello di Bello Figo non è certo il genere di musica che mi piace, la partecipazione al concerto da parte di +o- POP è stata dettata infatti da motivi di solidarietà verso una iniziativa del The Cage che ritenevamo importante supportare.
Eppure ieri sera mi sono divertito. Pensavo anche che fosse la classica persona che se la tirasse alquanto, invece l’impressione che ha dato durante il concerto e anche dopo è stata opposta. Appena i tre sono saliti sul palco si notava l’emozione e forse anche un po’ di timidezza iniziale.
Oltre a suonare tutto quello che avevano a disposizione, terminato il concerto, giusto il tempo per asciugarsi dal sudore e rivestirsi (si il concerto è terminato con i 3 quasi nudi) sono ritornati a fare foto con i loro fan. Anche qui il clima era molto più confidenziale ed “intimo” paragonandolo con altri artisti. Bello Figo and Co. si sono passati uno a uno tutti i fan per farsi selfie, per parlare e interagire con loro (ho visto scene in cui Bello Figo dopo aver estratto il suo cellulare mostrava qualcosa, forse sue foto, ad alcuni fan).
Nei giorni precedenti e anche post concerto ho letto (su siti e quotidiani online) commenti di tristi figuri che hanno cercato di alzare una campagna di boicottaggio verso il locale, le cui ragioni spaziavano dal becero razzismo (d’altronde questo tizio prende in giro “noi italiani”, ma come si permette?) a ragioni più intellettuali (“il The Cage deve fare solo musica di qualità”, dove la qualità la decidono ovviamente loro, “il The Cage non deve far suonare questo tizio perché la sua non è musica, non sa suonare”, poi vai a vedere le pagina di queste persone e vedi che si fanno belli mostrando copertine di dischi di gruppi alle origini del punk. Ops! ma pure a questi gruppi la “critica” diceva, 39 anni fa, le stesse cose, ma dal passato non si impara nulla).
Ho letto commenti di persone che criticavano i contenuti dei testi evidenziandone ad esempio connotazioni sessiste, e allo stesso tempo un anno fa condividevano esultanti il fatto che al Coachella 2016 si sarebbero esibiti nuovamente gli NWA, i cui testi non nascondono certo una buona dose di misoginia ed omofobia. Ah, senza tenere conto di quanti artisti del bel paese siano sessisti od omofobi, cantanti che passano regolarmente in radio, tv e i cui concerti non costano certo 8 euro. La differenza però è che i testi di Bello Figo sono palesemente ironici verso determinati luoghi comuni e per fare questo ne prendono a piene mani pure le terminologie ed il frasario.
Per fortuna ho letto commenti più possibilisti e altri decisamente a favore dell’iniziativa, scritti da persone che non amano certo la musica di Bello Figo e che mai sarebbero andati a vederlo.
La risposta ad un feroce commento contro l’organizzazione è stata anche quella più disarmante: “Il fatto che ci sia il concerto di Bello Figo al The Cage, vi toglie forse qualcosa? Io quando c’è un gruppo che non mi piace, e ce ne sono tanti, semplicemente non ci vado. Non penso certo che il solo fatto che vengano organizzati tolgano qualcosa alla mia vita o alla buona musica”.
Noi di +o- POP, al concerto c’eravamo, e ce lo rivendichiamo.
Quella che segue è come noi abbiamo visto e vissuto il concerto, raccontato per immagini da Maurizio Lucchini e da Sonia Golemme.
Sì, in queste gallerie ci sono molte più foto del normale, l’avevamo deciso e preventivato.
In fondo all’articolo il Facebook Live Stream (uno solo, perché eravamo troppo presi a divertirci e a fotografare).
Se hai ancora dubbi su Bello Figo, ti invitiamo ad approfondire:
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