Le transoceaniche e questa volta “spazio-temporalesche” avventure di Piu O Meno POP diventano, in questo episodio, le avventure di Piu O Meno (Hi)P(H)OP, e ci portano a Pisa al Deposito Pontecorvo, in una data imprecisata tra il 25 aprile 2017, il 1 gennaio 2018 o un mese qualsiasi del XXIII secolo.
Ma una cosa alla volta.
Tutto ha inizio la serata di venerdì 24 marzo dove, a causa di problemi insorti all’ultimo momento, il tranquillo viaggio verso Pisa diventa una tragica odissea.
Quattordici (14) ore di viaggio, in condizioni “affollate e nervose”, condite da una spruzzata di intemperie, ci portano finalmente nella città un tempo famosa Repubblica Marinara.
Pisa è una città, possiamo proprio dire, “fuori” dal tempo.
Da dove provenivamo ieri era fine marzo 2017 e a Pisa ci troviamo di colpo a festeggiare il capodanno 2018!
Non è affatto uno scherzo, questo è proprio ciò che incontriamo appena giunti alle porte della città!
Ci ritroviamo così, involontari viaggiatori del tempo, catapultati un anno nel futuro.
Ci raggiunge, trafelato e decisamente scosso, il nostro collaboratore Federico Parenti con alcune foto fresche fresche di macchina. Un brivido di terrore ci pervade.
Siamo nel presente? Nel futuro? Nel passato? Cosa sta succedendo?
Iniziamo seriamente a pensare ad una frattura del continuum spazio temporale, a temere che la nostra presenza qui, possa alterare il passato, oltre che il futuro.
Potremmo mai tornare indietro al nostro tempo o rimarremo intrappolati in questo secolo per sempre? Possiamo sperare o non ci resta che piangere?
Passano solo pochi istanti, e scorgiamo questo manifesto affisso a fianco degli altri editti datati fine 1300.
Colle der fomento – sabato 25 marzo 2017? Non c’è dubbio i Colle der fomento stanno troppo avanti!
A questo punto nulla ci interessa del passato né del futuro, vogliamo godere intensamente il presente, quello scritto a chiare lettere su quella locandina. Quello dei Colle der fomento è il tempo e il ritmo che vogliamo!
Così, rubati un paio di vestiti agli indigeni, ci mimetizziamo tra la folla fino a raggiungere il Deposito Pontecorvo.
Si è fatta sera, sono circa le 22 di un piovoso sabato e il Deposito Pontecorvo dovrebbero aprire le porte appunto a quest’ora. Sotto la pioggia dirompente, una fila ordinata e chilometrica di persone, anzi due file, si estende dalla porta d’entrata fino al piazzale adiacente e ci potrebbe far pensare di essere stati di nuovo rimandati nel passato, magari alla data di uscita di qualche nuovo iPhone.
Noi non ci lasciamo scoraggiare, e tramite una backdoor riusciamo ad evitare la coda e ad ottenere, dai gentilissimi ragazzi del Deposito, il lasciapassare per la sala concerti.
E’ molto presto, il concerto è schedulato per le 23, ma la sala è già piena, dentro di me penso: “sarebbe davvero un atto dirompente iniziare un concerto prima dell’orario fissato anziché, come sempre succede, più tardi”. Scoprirò più tardi che i miei pensieri non sono stati captati né applicati da nessuno in questa serata.
L’attendere l’inizio del concerto è forse la parte più noiosa, soprattutto in posti dove non conosci gente e quindi non puoi perdere un po’ di tempo in chiacchiere.
Molte volte pre-concerto non c’è manco musica, altre volte sarebbe stato meglio non ci fosse stata. Tranne qualche eccezione, quando c’è, la musica prima del concerto è completamente slegata, come genere, all’evento che si terrà o molto lontanamente affine. Lo spettatore che va a vedere un concerto di musica Metal e gli mettono Gigi D’Alessio non sarà molto contento, così come non lo sarà un fan dei Colle der Fomento se mettono Fedez o Fabri Fibra o la Dark Polo Gang.
Questa volta è stato realmente diverso. Circa alle 10,20 salgono sul palco a turno un paio di DJ e iniziano a mettere musica in maniera davvero coinvolgente. Non sono DJ a caso, si tratta di Herrera e di Fox Fonxarelli. Erano anni che non ci incontravamo, probabilmente da alcune cose fatte con l’SVC alla fine del 1900.
Ma anche stavolta non siamo riusciti a salutarci, il bagno di folla che ci separava, costituiva un impenetrabile muro umano. Sono certo ci sarà presto un’altra occasione.
Herrera e Fonxarelli alternavano brani conosciuti a qualcosa di più ricercato e meno diffuso. E quando ciò accadeva vedevi uscire a decine gli smartphone dalle tasche della gente e il loro shazam lavorare.
E’ stato davvero un bellissimo preludio al concerto, mi sono divertito e pure la gente intorno a me, che gremiva la sala.
Il tutto condito da performance spontanee sul palco, da parte di un paio di breaker.
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Questa spontaneità nelle cose è una di quelle che mi fa molto apprezzare questa scena e la distingue da tanti altri ambienti musicali, analogamente a quanto avvenuto durante il concerto di Yosonu a La Spezia dello scorso settembre di cui racconto qui.
Succede così che il concerto tarda ad iniziare ma nessuno dei presenti al Deposito Pontecorvo si lamenta, di tanto in tanto tra il pubblico si alzavano voci, urla, non per fare uscire la band, bensì per incitare i DJ o per interagire cantando “ritornelli”. Vista la tranquillità generale, sembrava quasi che la gente fosse lì per il DJ set e non per il concerto.
In questo caso, possiamo proprio dirlo, l’attesa del piacere è stata essa stessa un piacere.
Altra cosa che ho molto apprezzato è che la musica fosse suonata con i vinili e non come ormai sempre succede con una chiavetta usb piena di mp3, quando non addirittura playlist già pronte, riprodotte da un PC.
Scorre il tempo, sono quasi le 12,30, passate due ore e mezzo dall’entrata al Deposito e un’ora e mezzo dalla data fissata per l’inizio concerto, solo allora qualcuno inizia a chiedersi se il concerto ci sarà oppure no.
Neanche il tempo di pensarlo che, mentre ancora un DJ sta suonando, sale sul palco Alessandro aka Dj Baro. Va alla sua postazione, una seconda console con mixer e due piatti.
I due DJ iniziano a suonare insieme, alternandosi, sovrapponendosi e poi gradualmente lasciando il controllo completo della musica a DjBaro.
A questo punto lo raggiungono anche gli altri: Danno e Masito.
Iniziano con La forza , il pubblico li segue, c’è molto feeling con la gente in sala, Danno e Masito cercano continuamente il contatto verbale, visivo e fisico con la gente sotto il palco.
(se hai problemi a visualizzare questo video fai click qui)
Danno ha passato più tempo in piedi sulle casse che non sul palco.
E proseguono, con una musica che entra dentro, brano dopo brano.
Qualche problema tecnico all’impianto del DJ e molto caldo, caldo e sudore e se volete sapere cosa questo ha in comune con i Marlene Kuntz, che hanno suonato sempre a Pisa due settimane fa, leggetevi questo nostro report.
Tornando ai Colle der fomento, sono stato stupido, conoscendo i brani a memoria ho deciso di salvare a mente la setlist per riproporla qui con il link ai brani originali. Pensavo ingenuamente di ricordamela a memoria tutta, ma dopo i primi 5-6 pezzi mi sono disinteressato della sequenza e mi sono goduto il concerto, dimenticandomi questa cosa decisamente importante. Bene, ne farò tesoro e me ne ricorderò la prossima volta. Stavolta restate senza setlist.
Passa una mezz’ora circa o poco più, siamo vicini a Pasqua e i Colle der fomento hanno estratto dall’uovo una sorpresa. Davvero una bella sorpresa: hanno portato sul palco una intera band con batterista, bassista, e vari musicisti di strumenti a fiato.
Quante persone? 4? 5? 10? di meno, di più ?
Sale invece sul palco una sola persona, si tratta del bravissimo Davide aka Alien Dee, uno tra i massimi esponenti del beatbox in Italia.
Alien Dee accompagna e interagisce con Danno, Masito e DjBaro per buona parte del concerto, tutto per la nostra gioia.
Tempus fugit, il tempo davvero vola via, lo vorresti trattenere ma inesorabilmente s/corre in avanti e così, mentre le persone si scatenano sotto il palco indemoniate, facendo saltare le transenne davanti alle casse, schiacciando le prime file, ci avviciniamo così alla fine (fine in tutti i sensi, ma soprattutto del concerto).
E’ obbligatorio a questo punto un tributo ad una persona speciale, quando Danno inizia il discorso, sappiamo già tutti a chi si riferisce. Lo fa con le parole di Primo + Squarta – Cor Veleno per ricordare Primo Brown.
Certe volte Nina Piange quando non ci Sono,
mi chiede se è Importante Lei, o se è importante il suono dove io mi muovo..
E’ come il Posto dove Io mi trovo, Infame, Dolce,
perché è lo Specchio della Gente a cui si rivolge;
fallo pure quando lo Decidono, quando lo Dicono,
ma fallo e pensalo da Te..Cioè “Libero” in una parola..
Trip col Nodo in Gola,
di quando m’inventavo il Rap a 13 anni, invece di andare a scuola..
Mi Credevo Mi Volessi..
Invece, Nina, Tu Mi Butti Giù..”Bang Bang”..come Nancy..sì..
Pensi che Hai Vinto, Pensi??
Ma Io Mi Chiamo Primo, Stronza, perché gli altri dietro me li sono persi..eh..
E’ la Mia Ora del Cazzo,
e so che arriverà l’Estate come il 30 di Marzo..
il Mio Veleno Tu lo trovi Divertente,
Nina, guardati Intorno perché è Meglio il Mio Veleno del Tuo Niente..
E proseguono con la Fenice. Questo sotto è il video facebook proprio del tributo a Primo.
(se hai problemi a visualizzare questo video fai click qui)
Il concerto termina intorno alle 2, e un po’ come a mezzanotte con Cenerentola, sta per succedere qualcosa. Infatti allo scoccare delle 2 automaticamente siamo alle 3!
Questi viaggi nel tempo stanno mettendo duramente alla prova la nostra salute fisica e mentale.
E’ ora di abbandonare il Deposito Pontecorvo e Pisa e ripartire. Fortunatamente abbiamo trovato la via del ritorno e tempo qualche ora passeremo dal 1 gennaio 2018 al 26 marzo 2017.
E mentre ce ne andiamo, pronti per nuove ed avvincenti avventure, penso alla serata appena concluso e rifletto.
Ultimamente sto vedendo concerti di gruppi interessanti e meritevoli, della scena punk, hardcore, metal quasi vuoti, senza pubblico. Poi leggo anche che “Elodie ed Alessio Bernabei annullano i loro concerti perché la gente non ci va” e questa invece è una notizia che mi da sollievo. Allo stesso tempo invece sono gruppi come Thegiornalisti, Calcutta, Levante, Cosmo, Lo Stato Sociale, Motta a fare sold out ovunque, e questo mi perplime.
Dopo ieri sera e aver visto il sold-out dei Colle der fomento penso che forse non tutto è perduto e che un altro mondo è possibile!
Alt stop stop! Ve ne andate via così? Non volete guardarvi le nostre photostory ? Vi garantiamo, o meglio speriamo, che vi sembrerà di essere lì, emozionati, divertiti, entusiasti e sudati come noi e come tutte le centinaia di persone che affollavano quello spazio.
Questa è la foto-storia dal punto di vista di Sonia Golemme
E questa quella dal punto di vista di Maurizio Lucchini