(c) Simona Luchini
Le cose cambiano, sempre e inevitabilmente. Il che, al netto delle difficoltà e delle criticità che i cambiamenti si portano dietro, è un bene perché ogni cambiamento sottintende una nuova opportunità
Le persone invece cambiano a volte, e quando lo fanno spesso in peggio.
Giorgio Ciccarelli è una di quelle persone che non cambiano, che non hanno bisogno di farlo perché sono e si pongono verso il proprio pubblico esattamente nella stessa maniera: schietta, sincera, trasparente e vera.
Ho seguito la data cosentina del “Più Vicino Tour”, il 25 marzo al Vintage Zone, per la rassegna Comfort me, che vede in giro per l’Italia il Cicca accompagnato dal baldo Gaetano Maiorano proporre le tracce del suo album “Le cose cambiano”.
Uscito qualche tempo fa il primo lavoro solista di Giorgio, si è subito caratterizzato per la sua impronta decisamente personale, tanto per i testi diretti ed incisivi di Tito Faraci, amico di una vita del musicista milanese, scrittore ma soprattutto sceneggiatore tra i più importanti del panorama fumettistico italiano, quanto per la musica, in cui risalta quello stile ostico e spigoloso ma anche melodioso e coinvolgente che già caratterizzava “Padania”.
“Le Cose Cambiano”, mai titolo fu più emblematico, si è fatto notare anche per l’artwork straordinario, arricchito dalle illustrazioni di Paolo Bacilieri, Alessandro Baronciani, Bruno Brindisi, Claudio Calia, Giorgio Cavazzano, Alberto Corradi, Giuseppe Palumbo, Claudio Sciarrone, Sio, Sergio “Saccingo” Tanara, Tuono Pettinato, Silvia Ziche e Paolo Castaldi. A ognuno degli artisti è stato chiesto di descrivere il senso di un brano attraverso una rappresentazione visuale nel modo a loro più congeniale: il risultato è stato assolutamente stupefacente!
(c) Simona Luchini
Avevo già ascoltato Giorgio dal vivo circa un anno fa, in apertura di un concerto dei Marlene Kuntz, e il risultato era stato godibile ma devo ammettere che questa versione in duo, seppur più scarna, rende le canzoni del disco ancora più dirette e incisive di quanto già non fossero.
E va detto: Ciccarelli dal vivo è splendido, un esempio di come non si possa coinvolgere il pubblico senza mettersi in gioco. Avete presente quelle esecuzioni fredde e apparentemente perfette, in cui l’elettronica è usata non come supporto ma come modo per mascherare la propria incapacità di suonare dal vivo? Scordatevele! Giorgio e Gaetano danno una lezione su come si possa realizzare con pochi mezzi un live trascinante e intenso, vero, attirando l’attenzione anche di chi si trova nel locale semplicemente per caso.
La scaletta, oltre a spaziare tra tracce dell’album, da “Venga il tuo regno” a la title track “Le cose cambiano” passando per “La vita in Generale”, ha visto anche una vera perla del repertorio passato di Giorgio in versione Sux!, “Bella Giornata” la canzone che la band milanese, che nei primi anni 2000 fece molto parlare di sè e di cui era cantante e chitarrista, scrisse dopo i fatti del G8 di Genova del 2001.
La conclusione del concerto è stata affidata a quello che è, a mio modo di vedere, il pezzo che maggiormente rispecchia Ciccarelli, il suo modo di essere e di porsi al pubblico: “Trasparente”.
“Non ho nulla da spiegarti e sono
totalmente trasparente
…
Sono vivo, più pulito
Totalmente trasparente”
Un vero manifesto, una dichiarazione d’intenti che chiunque abbia visto dal vivo il musicista milanese, chiunque abbia avuto la fortuna di scambiare con lui due parole nel corso degli anni non può che sottoscrivere.
Alla fine è Giorgio che viene verso di noi a stringerci la mano e ringraziarci per esser venuti, uno ad uno, proprio a dimostrare che non c’è barriera tra noi e lui, anche quello tra lui è il suo pubblico è un rapporto totalmente trasparente e proprio per questo lo rimandiamo a gran voce alla sua chitarra per altre due canzoni, con la sensazione che potrebbe anche non finire lì, che potremmo continuare ancora a lungo, come si fa in una serata tra amici.
Amici che magari non si vedono spesso, ma che, ogni volta quando giungono ai saluti, non vedono l’ora di rincontrarsi.