La foresta prende fuoco – Zen Circus e Fast Animals e Slow Kids live allo Sherwood

Photo Credits: Matteo Leonardi

Parole di Paolo Cunico
Photostory di Matteo Leonardi

Non poteva che essere una grande serata quella del primo venerdì, 9 Giugno, dello storico Sherwood Festival di Padova; e grande serata è stata.

I FASK alla ripresa del loro tour di Forse non è la felicità si mostrano sempre carichi e feroci, nonostante il recentissimo ricovero ospedaliero di Aimone, cantante della band, che li ha costretti a ritardare la partenza del tour.

Di fronte ad un pogo che dalla tournée di Hybris in poi si è ingigantito per numero di fan senza mai perdere in brutalità, la band perugina si esibisce con la solita grinta rabbiosa rinforzata dall’ingresso in formazione di Daniele Ghiandoni, che con le sue tastiere e chitarre completa la potenza sonora della band.

La scaletta si snoda fra tutto il repertorio della band (con la sola esclusione del loro disco d’esordio, Cavalli) proponendo una hit parade della cattiveria musicale di Aimone e soci che incendia letteralmente lo Sherwood.

Ormai è superfluo scrivere delle performance live dei FASK perché spaccano sempre tutto, riversando tutta la loro passione sul palco per i loro fans che ricambiano con tutto il loro calore, corporeo e non solo.

Tempo di una birretta buona (il chiosco Fermenti dello Sherwood è ormai una certezza per soddisfare la propria sete con birre di qualità) e si presentano sul palco gli Zen Circus con un UFO miracolosamente ripreso da un braccio dolorante (stando ad un post della banda nel pomeriggio ante concerto).

Pronti e via e gli Zen partono con: La Terza Guerra Mondiale, Canzone Contro la Natura e Vent’anni (con tanto di ospitata di Francesco Motta); un trittico che mette d’accordo tutti i fan. Il Circo Zen è in forma scintillante e regala un concerto bellissimo e ballabile, condito con la solita ironia fra un pezzo e l’altro.

Anche per la band Pisana la scaletta pesca dai migliori successi della carriera, senza rinunciare al momento “busking” con Karim Qqru che imbraccia la fidata washboard e si scatena sul palco saltando da un angolo all’altro del palco.

La simpatica trovata della scelta della canzone affidata al pubblico, che sfocia in un caos di urla e mani alzate, è il modo perfetto per introdurre La Democrazia Semplicemente Non Funziona, che lancia la parte del finale del concerto. Figlio di Puttana, L’Egoista, Nati per Subire e Viva chiudono un live bellissimo, coinvolgente e pieno di energia.

Quando ebbi la fortuna di intervistare UFO, il bassista della band, ad un certo punto mi disse “di al tuo amico di venire a vederci live e vediamo poi se siamo delle fighette”. Beh inutile dire che gli Zen Circus hanno fornito l’ennesima prova del contrario.

 

 

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