“Fare meno / Faremo meglio”
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Nuovo video da “Una valle che brucia”, il disco che Emiliano Merlin ha pubblico senza alcun preavviso lo scorso 14 aprile insieme all’ep “Analisi logica”.
Un omaggio a Enrico Ghezzi e a Fuori Orario per “fermarsi e considerare che cosa sia davvero necessario, tutto quanto non è necessario non ci può fare bene, perché questo secolo è banale, approssimativo, distratto, sleale”
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“Fare meno / fare meglio” è il secondo estratto in forma di videoclip da “Una valle che brucia”, uno dei due dischi che unòrsominòre. ha pubblicato lo scorso 14 aprile per diNotteRecords.
Il brano è uno dei più diretti e rock dal disco, mentre il testo è uno j’accuse nel tipico stile di Emiliano Merlin (questo il vero nome di unòrsominòre.), che critica la superficialità e la corsa al fare / produrre / farsi notare di cui questi tempi sono malati, quando invece sarebbe necessario “fermarsi e considerare che cosa sia davvero necessario, tutto quanto non è necessario non ci può fare bene, perché questo secolo è banale, approssimativo, distratto, sleale”.
Il video di “Fare meno / fare meglio” è stato realizzato, come il precedente “Il demone meridiano”, dal giovane videomaker Yulan Morra. Per questo nuovo clip unòrsominòre. ha pensato a un omaggio allo storico fuori sync dell’Enrico Ghezzi di Fuori Orario, che non aveva timore di proporre verbose e dettagliate analisi di film impegnativi, mandati in onda in piena notte: in qualche modo, un perfetto contraltare alla situazione attuale in cui la soglia di attenzione è bassissima e tutto è veloce quanto superficiale. Le immagini di òrso-Ghezzi sono alternate a un playback del brano di Emiliano e la sua band, in un ambiente asettico e concettuale.
“Una valle che brucia” e “Analisi logica ep” sono i due dischi pubblicati da unòrsominòre. lo stesso giorno, senza alcun preavviso e senza nemmeno un video ad annunciarne l’uscita. Due lavori, entrambi prodotti di Fabio De Min dei Non Voglio Che Clara, che confermano il talento di uno dei più incisivi cantautori italiani degli ultimi anni. Un mood minimalista, freddo, chiuso tra l’elettricità della chitarra e l’elettronica di molti sintetizzatori spesso “poveri”, una batteria sorda e scheletrica, e qualche pianoforte scarno per “Una valle che brucia”, disco dai testi intensi e riflessivi. Una controparte rock per “Analisi logica”, staffilata brevilinea carica di sarcasmo e parole urticanti. Ad unire i due dischi l’urgenza di un songwriting che riflette tanto su temi universali quanto sulla situazione culturale e politica del nostro Paese con una tensione etica che diventa esigenza di rivolta. Stati d’animo lontani anni luce dalla “truffa memorabile” della “retorica delle piccole cose” dell’indie-cantautorato odierno.
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di +o- POP