Parole a cura di Renata Rossi
Foto a cura di Gloria Imbrogno
Anche l’edizione 2017 di Musica Contro le Mafie chiude il sipario, nella quinta giornata, quella del 16 dicembre al Teatro Morelli di Cosenza. Quest’anno, ancor più che in passato, si è vista una grossa partecipazione cittadina e tanto, tanto entusiasmo da parte di tutti: organizzatori, musicisti e pubblico, segno che in tanti sono ancora convinti di come la Musica sia cultura e abbia un compito arduo e importante, quello di scuotere le coscienze, di divertire e insieme far riflettere e dare speranza nella lotta contro l’illegalità e la mafia.
Sabato sera è stato il momento delle premiazioni di tre artisti che si distinguono da sempre per impegno e umanità: Paolo Benvegnù per “Il sentimento delle cose”, Dario Brunori per la sua “Canzone contro la paura”, Rocco Hunt per il brano “’Nu Juorno Buono”.
Ma prima di arrivare a questo momento, importante, se non altro perché spinge chi non conosce i testi di queste tre splendide canzoni a soffermarsi e ad ascoltarle con attenzione, sul palco, davanti ad un teatro pieno, abbiamo assistito allo spettacolo di Benvegnù e a quello di Rocco Hunt.
Tocca invece all’enfant du pais Brunori, il compito di chiudere la serata.
Setlist Benvegnù
Andromeda Maria
Nello spazio profondo
Avanzate, ascoltate
Io ho visto
Il sentimento delle cose
Cerchi nell’acqua
No drink no food
Benvegnù è dagli inizi della sua carriera che si distingue in maniera unica e profonda nel sottobosco della musica indipendente italiana. Quest’anno il suo album H3+, come ci ha raccontato Antonio Bastanza nella sua recensione dell’album, Paolo è andato oltre, creando l’album “perfetto”, maturo, una sorta di Space Opera in cui lo spazio, immenso, affascinante, silenzioso non è quello che cerchiamo di scrutare coi telescopi, ma diventa quello infinitamente più vicino a noi e altrettanto immenso, affascinante, silenzioso e, proprio per questo spaventoso, che è la vita. “Lo Spazio è la nostra vita, noi siamo i pianeti e le stelle. I nostri affetti i soli che ci riscaldano e che fanno sì che tutto, che il viaggio, la ricerca continua della comprensione e della verità, dell’amore, abbia un senso…”
“No drink no food”, tratta dall’ultimo album, e le altre canzoni scelte per la serata di Cosenza, vengono presentate con un’umanità e un’ironia speciale: Paolo chiede al suo pubblico di perdonarlo per la “tristezza dei suoi pezzi” e non si perde d’animo e parla di un “siparietto già organizzato” quando durante il primo pezzo, “Andromeda Maria”, non si sente il suono della sua chitarra.
Per Musica contro le mafie è il “Sentimento delle cose” tratto da Piccoli fragilissimi film, album del 2004, il testo che merita di essere premiato. Si tratta di una canzone profonda e nello stesso tempo semplice e diretta. Se solo ci accorgessimo di ciò che ci circonda, ne apprezzassimo i colori e i sapori, ponessimo dei freni alla nostra inutile avidità e stupidità, staremmo bene, in armonia con gli altri esseri e con le coseche popolano e animano l’universo. Perché, a prescindere dal Credo di ognuno, la consapevolezza dei nostri limiti, la grandezza del cielo, del mare e dell’universo in cui viviamo, dovrebbe insegnarci lo stupore e la gratitudine.
E vive ancora il sentimento delle cose, mentre noi amiamo controllare tutto
La vita i pensieri degli altri, la morte
E non amiamo neanche il pane che mangiamo. Noi non ringraziamo
Ma vive ancora il sentimento delle cose
Vivono gli alberi le case i sassi i nostri sogni le tv a colori, le navi senza radici. E siamo stupidi a pensare di esser soli,
senza più limiti senza più colori
Mentre noi siamo tesi a moltiplicare tutto
Non riusciamo a considerare che le nuvole ci guardano e i mari ci controllano
Setlist Rocco Hunt
Se mi chiami
Tutto resta
Tu vuo fa l’americano
Ho scelto me
Vieni con me
Nu Juorno Buono
Da fan, sono già appagata dal live di Paolo, apparso tra le altre cose, dopo il malore che lo aveva colpito pochi mesi fa, ringiovanito e più sereno. Nonostante questo, apprezzo l’ottimismo e la simpatia di Rocco Hunt e dei musicisti che l’accompagnano. Rocco si trova a suo agio tra i “terroni” della città calabrese e se con “Se mi chiami” porta buonumore tra i più giovani, con una delle canzoni italiane più coverizzate di sempre, “Tu vuo fa l’americano“, fa alzare in piedi l’intera platea. Si va avanti con siparietti e mani alzate fino a “’Nu Juorno Buono”, scelta come canzone da premiare da Musica contro le mafie.
Qui protagonista è il sud e la sua bellezza, la poesia di posti non abbastanza apprezzati nemmeno da chi li vive, di terre martoriate e bistrattate, che ritornano a gioire in un giorno diverso dagli altri, che si spera non sia troppo lontano a venire.
Questa mattina per fortuna c’è un’aria diversa
Il sole coi suoi raggi penetra dalla finestra
Quant’è bella la mia terra
Mi manca quando parto
Porto una cartolina di riserva
Questo posto non deve morire
La mia gente non deve partire
Il mio accento si deve sentire
La strage dei rifiuti
L’aumento dei tumori
Siamo la terra del sole
Non la terra dei fuochi
Questa mattina per fortuna la storia è cambiata
Vedo la gente che sorride spensierata
Non esiste cattiveria
E si sta bene in strada
Il mondo si è fermato in questa splendida giornata
Setlist Dario Bunori
Canzone contro la paura
L’uomo nero
Come stai
Don Abbondio
La verità
Come abbiamo detto, a chiudere i live tocca a Dario Brunori, la vera star di Cosenza, accolto dall’abbraccio collettivo di un pubblico di amici e parenti, che si presenta solo con la sua chitarra e la sua verve unica, come sempre. Qualche battuta in dialetto in più, stasera che è a Cosenza se la concede, ma a far da padrone è sempre la sua musica.
A casa tutto bene, il suo ultimo album, è un vero e proprio concept su un tema quanto mai attuale, quello della paura, (qui la recensione dell’album). Il cantautore, in una veste matura e profonda, esplora i sentimenti umani più nascosti e difficili da combattere. La paura di affrontare le cose, perché ciò che ci spaventa è “L’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire” è il tema affrontato in “La verità” che chiude il set di Dario. La superficialità ci permette di galleggiare, comportandoci come tanti “Don Abbondio”, racconta la BrunoriSAS nell’omonima canzone.
In definitiva credo che Musica contro le mafie vinca sempre e piaccia ogni anno di più perché si batte contro il tacere davanti alle cose che non ci permettono di vivere bene, non accetta il razzismo e il voler prevaricare sull’altro, disprezza lo spirito omertoso che cerca di impossessarsi della nostra società. E lo fa anche raccontando il potere che ha la musica che combatte tutto ciò da sempre e affronta le proprie battaglie in maniera vera e vitale, grazie anche ad artisti del calibro di Paolo Benvegnù, Dario Brunori e Rocco Hunt.
Canzoni che parlano d’amore
Perché alla fine, dai, di che altro vuoi parlare?
Che se ti guardi intorno non c’è molto da cantare
Solamente una tristezza che è difficile toccare
Perciò sarò superficiale
Ma in mezzo a questo dolore
E in tutto questo rumore
Io canto un mondo che non c’è
E invece no, tu vuoi canzoni emozionanti
Che ti acchiappano alla gola senza tanti complimenti
Canzoni come sblerle in faccia per costringerti a pensare
Canzoni belle da restarci male
Quelle canzoni da cantare a squarciagola
Come se cinquemila voci diventassero una sola
Canzoni che ti amo ancora anche se è triste, anche se è dura
Canzoni contro la paura
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di +o- POP